*** Ohr Story #11 *** 

Trip #11: RAPUNZEL

Sino al momento in cui Rolf-Ulrich Kaiser prese saldamente le redini del fungo musicale, la divisione A&R della Pilz non si era dimostrata particolarmente interessata ai vari stili musicali che avrebbe dovuto presentare. Sembrava quasi si fosse voluto orientare la carovana senza andare troppo per il sottile, sostanzialmente con qualsiasi tipologia d’artista. Kaiser aveva invece, almeno inizialmente, le idee piuttosto chiare. La Pilz avrebbe dovuto divenire un mezzo con il quale la più giovane generazione tedesca sarebbe riuscita a riallacciare finalmente i contatti con il proprio passato strumentale e canoro attraverso una nuova forma di musica popolare tedesca, distante dal prodotto di consumo anglo-americano.
La faccenda non centrava tuttavia con una qualsivoglia forma di nazionalismo, anzi lo stesso Kaiser volle chiarire che il viaggio alla riscoperta di sé stessi e del proprio passato avrebbe dovuto portare i giovani ad incontrare nel proprio cammino dei compagni e delle esperienze provenienti da ogni parte del mondo, sino a giungere ad una fusione totale di stili indipendente però nei testi, in lingua tedesca per poter essere compresi da tutti gli ascoltatori.
Fu così che il musicologo, messa da parte quella montagna di dischi cantati in lingua inglese che aveva attentamente disaminato in passato, scoprì che la moda del pop in Germania era trascinante soltanto per ciò che riguardava i suoni e la musica, almeno osservando come la maggior parte dei suoi connazionali non fossero stati in grado d’allargare la propria sensibilità umana per il tramite di una lingua che non era la loro. La maggior parte degli ascoltatori della cosiddetta musica di moda non avevano tratto alcun beneficio a livello di sensibilità personale, non erano riusciti cioè a percepirne i messaggi, trovandosi in uno stato di finta felicità, con tutte le strade che portavano ai desideri, alle speranze, ai bisogni e alle esperienze personali ormai sbarrate.
Kaiser cercò dunque di teorizzare una via alternativa per l’acquisizione di una nuova autocoscienza individuale e collettiva. Qui siamo ancora nel campo della sociologia e forse anche in quello della filosofia, tuttavia, sebbene si trattasse di una visione delle cose e dell’arte eccessivamente ottimista, egli seppe isolare una possibile strada che cercò di far percorrere ai musicisti che aveva scritturato. Ben cosciente che la nuova musica tedesca fosse appena agli inizi, intravide un radicale cambiamento culturale che lentamente, partendo dall’accettazione di sé stessi e degli altri, attraverso la cosiddetta vita comunitaria, andava mutando vecchie e nuove esperienze, facendo via via rientrare nei ranghi di uno spazio temporale perduto i musicisti più giovani.
Questi si sarebbero dovuti così riappropriare di un passato fatto di storie popolari e folcloristiche. Le figure di riferimento per questo cammino di riscoperta sarebbero dovuti essere i menestrelli, i mistici medioevali, i poeti romantici, le streghe, i maghi, i filosofi e i musici tedeschi del passato. Non fu dunque un caso se nel catalogo Pilz comparvero delle formazioni musicali dai nomi altisonanti, come gli Hoelderlin (dal nome del noto poeta tedesco Friedrich Hölderlin), i Wallenstein (che diedero il nome alla band per omaggiare il condottiero d’origine boema Albrecht von Wallenstein), come non fu un caso se l’olandese Jerry Berkers elaborò il suo album »Unterwegs« scavando nella lingua tedesca grazie al dramma lirico »Iperione«, un romanzo epistolare tedesco risalente al 1797-1799.
I compositori, i musicisti e i parolieri che avrebbero dovuto lavorare per la Pilz, sempre secondo Kaiser, sarebbero dovuti partire dalle fiabe, dalle poesie, dai racconti e dalle visioni del passato per giungere ad una serie di progetti che riallacciassero i rapporti con delle esperienze assai distanti nel tempo. La riscoperta di un patrimonio perduto (tradotto in musica seguendo uno stile pop-folk consono all’epoca moderna) non si concretizzò però in maniera coerente, almeno se si analizza attentamente tutto ciò che poi realmente venne pubblicato dalla Pilz.
Fu per questo un’esperienza in parte mancata che gettò comunque le basi per il repertorio di altre successive formazioni musicali tedesche che seguirono quell’esempio (Ougenweide, Parzival, Sparifankal, Novalis, Carol of Harvest e Falckenstein).
Tornando alla faccenda del recupero di un’identità poetica tedesca del passato, pochi sanno che Kaiser fu anche scrittore di poesie, assieme ad altri suoi collaboratori sotto lo pseudonimo Baltus Brösel. Questi fu un personaggio di fantasia nato nel 1820 a Nutteln e del quale la casa editrice »Damokles« pubblicò tra il 1967 ed il 1969 un paio di rare nonché misteriose raccolte d’opere scelte. Il duo folk Witthüser & Westrupp, per alcune canzoni del loro repertorio live, utilizzò in più occasioni alcuni testi tratti dai due volumi in questione.





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